Profilo storico, geografico e ambientale
Ultima modifica 2 aprile 2024
Anche le varie tracce di stazioni lacustri scoperte nelle vicinanze parlano delle antichissime origini di questo paese. Alcune anfore rinvenute seguendo gli scavi per la fabbricazione della Villa Borghi, molte monete della Repubblica e dell’Impero Romano trovate nella sottostante palude nonché alcune lapidi ne dimostrano l’importanza all’epoca della civiltà romana.
Nel periodo medioevale, risulta che Varano era posto nel feudo di Angera, che faceva parte del contado di Seprio di cui era Signore l’arcivescovo di Milano.
L’antipapa Clemente VII infeuda questa terra a Caterina Visconti il 6 dicembre 1384, e l’imperatore Vincislao, facendone capoluogo di un contado comprendente le due rive del Lago Maggiore, cedeva la terra medesima al marito di detta Caterina, Giovanni Galeazzo Visconti il 25 gennaio 1397.
Un atto notarile del 1689, informa che a quell’epoca Varano apparteneva ad un marchese Trecchi di Cremona, il quale cedette in dote ad una figlia, sposa ad un Litta, il territorio che costituiva la sponda orientale del Lago di Comabbio.
Sul finire del secolo decimottavo, Varano divenne proprietà di Fedele Borghi da Gallarate. Per breve periodo, parte del paese fu possesso dei Dandolo di Varese.
Quest’ultimo volendosene disfare, l’offrì ad un certo Ponzellini di Ternate il quale però, non avendo i soldi per l’acquisto, li chiese in prestito ad uno dei figli di Fedele Borghi. Questi, invece di prestarsi al mutuo, ritenne più opportuno acquistare in proprio il tratto di paese.
Dal 1826 Varano fu proprietà dei Borghi.
Varano fu eretto a Comune nel 1808, staccandosi da quello di Ternate; nel 1906 assunse la denominazione aggiuntiva di Borghi, che vi introdusse la lavorazione del cotone. Varano Borghi sino al 1927 apparteneva alla provincia di Como. Ora è Comune in provincia di Varese.
L’abitato sorge all’estremità meridionale del pianalto morenico che separa la conca del lago di Monate da quella del lago di Varese, spingendosi anche nel fondo valle del Canale Brabbia. Per la configurazione oro-idrografica e per la natura dei terreni:
· la porzione interna del territorio corrente ad Ovest del Canale Brabbia, nonché l’intera zona collinare a sud è assoggettata a vincolo idrogeologico, ai sensi del r.d.l. 30 dicembre 1923, n. 3267;
· la porzione intermedia fra la predetta zona ed il canale Brabbia nonché quella ad Est del canale medesimo, entrambe caratterizzate da paludi, sono assoggettate al regime delle riserve naturali ai sensi della l.r. 30 novembre 1983, n. 86;
· la zona costiera del lago è soggetta al vincolo paesistico, ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497. Il vincolo di cui sopra è stato posto con Decreto del Ministero per la Pubblica istruzione 16 febbraio 1972 (G.U. n. 135/1972) nel quale si legge testualmente:“La zona predetta ha notevole interesse pubblico perché fa parte del quadro naturale dell’insieme del lago di Comabbio, con episodi imponenti di conifere che si rispecchiano nella superficie delle acque poco profonde del lago di formazione glaciale e con le vedute lontane verso il Sacro Monte e il Campo dei Fiori - La zona costituisce un pregevole quadro panoramico godibile dalle strade pubbliche e dalla ferrovia”. Il clima della zona è quello tipico lacustre.